IL CICLO DELLA VITE E PROFONDAMENTE LEGATO ALLE STAGIONI E AI CAMBIAMENTI DELLA TERRA 

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“The cycle of the vine through the seasons”▶️

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"El ciclo de la Vid en Estaciones"▶️

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Primavera

Photo by: Alma Somm. -Aprile 2025.

Trequanda - (Toscana, Italia). 

Photo by: Alma Somm. -Aprile 2025.

Trequanda - (Toscana, Italia). 

Photo by: Alma Somm. -Aprile 2025.

Trequanda - (Toscana, Italia). 

La Magia della vite sotto la pioggia a Trequanda

 

Cominciando la primavera... quando i germogli stanno appena spuntando!

Questa volta, immersi nei vigneti di Trequanda: tra Siena e Montepulciano. Qui si trovano terreni strutturati e un clima ideale per la produzione di vini di alta qualità. Ora le viti si risvegliano dal loro letargo invernale ed entrano nella fase di germogliamento. Questo è un momento emozionante, ma anche delicato, poiché le condizioni climatiche determineranno come sarà la vendemmia dell'anno. Così come è importante la temperatura, si spera anche che le piogge non siano troppo intense. La grandine può danneggiare i tralci, compromettendone la crescita e favorendo la comparsa di malattie. La zona di Trequanda offre vini con un’identità unica all’interno della ricca tradizione vitivinicola toscana. Inoltre, vanta una varietà di uve che rappresentano la regione, come il Sangiovese, ma anche varietà bianche come il Trebbiano Toscano, Su cui ci focalizzeremo di seguito.

🌎Traversate del Trebbiano... Vecchio e Nuovo Mondo. QUI →

La storia dell'uva Trebbiano è particolarmente interessante. Era già conosciuta in Italia ai tempi dei Romani, coltivata nella regione per secoli. Infatti, esiste un sottotipo di Trebbiano che fu riconosciuto a Bologna nel XIII secolo.

L'origine di questa varietà è antica e gli studi indicano che potrebbe provenire dal Mediterraneo orientale. In Francia è conosciuta come Ugni Blanc ed è fondamentale nella produzione di Cognac e Armagnac, grazie alla sua acidità equilibrata.

Arrivò in Argentina (Nuovo Mondo) alla fine del XIX secolo con gli immigrati italiani, diventando un'opzione versatile per la produzione di vino e brandy. In Australia fu introdotta nel 1832 da James Busby, coltivata principalmente nel Nuovo Galles del Sud e nell'Australia Meridionale per brandy e vini bianchi.

Ha dimostrato anche grande adattabilità in altri terroir del Nuovo Mondo, come gli Stati Uniti. L'etimologia di Trebbiano potrebbe derivare dal latino "Trebulanus", legato a Trebŭla (il nome di diverse città dell'antica Italia).

Si è anche suggerito che provenga dal fiume Trebbia, in Liguria. Inoltre, è stata associata all'antica città di Trebulanum, in Toscana, che faceva riferimento a un vino di origine rurale, probabilmente prodotto in piccole fattorie o comunità agricole.

Tra tutte queste teorie e nel cuore delle colline italiane, il Trebbiano è stato testimone di secoli di storia, trasformando la luce del sole e la terra in un vino fresco e vivace.

Estate

La Magia della Vite dopo l'Invaiatura a Foiano della Chiana

 

Tra i suoi filari, osserviamo i grappoli dopo l’invaiatura (alcuni ancora con uve di colore diverso). Durante il mese di agosto, nel pieno dell’estate nella Val di Chiana, il clima caldo e secco permette di trovare le uve più mature. Grazie al suo terreno fertile (prevalentemente argilloso e ricco di minerali), Foiano della Chiana è famosa per la sua ricca tradizione vitivinicola. Il suolo di questa zona garantisce un eccellente drenaggio e contribuisce alla qualità dell’uva. Queste caratteristiche danno vita a vini con una personalità distintiva.

Questo periodo estivo è essenziale per sviluppare i sapori e gli aromi delle varietà locali. Tra queste, il Sangiovese, che è anche la base di molti vini toscani, tra cui naturalmente il Chianti.

Per quanto riguarda le varietà bianche, questa zona include il Trebbiano e la Malvasia, spesso utilizzati per i blend. Inoltre, a Foiano si sono prodotti vini con uve meno comuni per la zona, come la varietà Grechetto, di cui ti parleremo ora. ↓

"dall'invaiatura alla vendemmia"...

Photo by: Alma Somm. - Agosto 2023.

Foiano - (Toscana, Italia). 

Photo by: Alma Somm. - Agosto 2023.

Foiano - (Toscana, Italia). 

Photo by: Alma Somm. - Agosto 2023.

Foiano - (Toscana, Italia). 

🌎Traversate del Grechetto... Vecchio e Nuovo Mondo. QUI →

L'uva Grechetto, originaria dell'Italia, ha una storia di migrazione affascinante. Il suo nome suggerisce un possibile legame con antiche varietà greche e ha prosperato per secoli nelle regioni del centro Italia, distinguendosi in particolare in Umbria.

La magica storia di questa uva nel Vecchio Mondo risale all'antica Grecia. Il suo nome deriva dalla radice "Greco", il che spiega il suo possibile origine ellenico. Nell'antichità, i Greci portarono questa varietà in Italia attraverso la Magna Grecia e, con il tempo, divenne l'uva emblematica della regione umbra.

Per quanto riguarda il suo viaggio nel Nuovo Mondo, i registri non sono chiari su un portatore specifico di questa uva. Sebbene la sua espansione non sia stata vasta come quella di altre varietà italiane, ha trovato spazio in alcuni vigneti sperimentali negli Stati Uniti e in Australia, dove è stata apprezzata per la sua capacità di produrre vini bianchi di notevole struttura e acidità. Questa rinascita è dovuta alla crescente domanda di varietà italiane nella viticoltura internazionale.

Autunno

Photo by: Alma Somm. - Ottobre 2024.

Lucignano - (Toscana, Italia). 

La Magia della Vite nell'Autunno

di Lucignano

 

Camminando tra le sue foglie, i colori intensi annunciano un’altra fase. La loro caduta dà il benvenuto a un nuovo capitolo di questo meraviglioso ciclo. Nel mese di ottobre, durante l'autunno toscano, le vigne di Lucignano attraversano una fase di transizione importante. Generalmente, questo mese segna la fine della vendemmia (quando si raccolgono le uve e inizia il processo di preparazione per l’inverno). Le viti iniziano a perdere le loro foglie, tinte di oro, rosso e marrone, come se tornassero ai colori della terra stessa! Il paesaggio è incorniciato da cipressi che sembrano vegliare sulle viti in ogni fase del ciclo vegetativo. Il clima autunnale di Lucignano è fresco e umido, con temperature che variano tra 11°C e 21°C. Questo permette di creare le condizioni ideali affinché il terreno possa riposare e rigenerarsi dopo l'intensa attività della stagione di crescita e raccolta.

A Lucignano, come in altre zone vitivinicole, le diverse varietà di uva si comportano in modi differenti in autunno, a seconda della loro genetica e adattamento al clima locale. Normalmente, le varietà a maturazione precoce, come alcune tipologie di Sangiovese, tendono a perdere le foglie prima rispetto a quelle a maturazione tardiva (queste viti entrano più rapidamente nella fase di riposo invernale). Allo stesso modo, alcune varietà bianche come lo Chardonnay vengono raccolte precocemente. Quest’ultima matura relativamente in fretta nei climi caldi come quello della Toscana ed è presente anche a Lucignano.

Qui parleremo di lei ↓

🌎Traversate dello Chardonnay... Vecchio e Nuovo Mondo. QUI →

Lo Chardonnay è una delle varietà di uva bianca più famose e coltivate al mondo, fondamentale nella produzione dello Champagne.

La sua origine si trova nella regione della Borgogna, in Francia (specificamente nei dintorni del villaggio di Chardonnay), dove la coltivazione della vite è documentata fin dal X secolo.

Nonostante la sua importanza nella storia del vino, il villaggio è rimasto in secondo piano, poiché molti consumatori confondono il nome del vitigno con quello del luogo.

Questa uva fu introdotta nel Nuovo Mondo tra il XIX e il XX secolo. Successivamente si diffuse al di fuori della Francia, raggiungendo regioni come la California (USA), l'Australia, l'Argentina e la Nuova Zelanda. Grazie al suo sapore neutro, si adatta a diversi stili, dai vini minerali di Chablis (Francia) ai più fruttati e affinati in rovere del Nuovo Mondo. In California è diventata una delle uve più importanti, soprattutto nella Napa Valley e a Sonoma, dove si producono versioni fermentate in botte con note di burro e vaniglia.

La magica storia di questa varietà include una delle leggende più affascinanti, secondo cui il suo nome deriverebbe dalla parola ebraica "Sha’har-ardonay", che significa "Porta di Dio", in riferimento a Gerusalemme. Si dice che questa varietà sia arrivata in Francia dalla Palestina, rafforzando l'idea del suo antico lignaggio.

Que ver en la Toscana

Photos by: Alma Somm. - Ottobre 2024.

Lucignano - (Toscana, Italia). 

Que ver en la Toscana

Photos by: Alma Somm. - Ottobre 2024.

Lucignano - (Toscana, Italia). 

Inverno

Dónde comprar Brunello di Montalcino

Photo by: Alma Somm. - Novembre 2024.

Montalcino - (Toscana, Italia). 

La Magia della Vite nell'Inverno di Montalcino

 

Sospesi nei paesaggi di Montalcino, contempliamo i vigneti mentre dormono, ancora privi di ogni verde. Nella Val d'Orcia, patrimonio dell'umanità, i vigneti splendono e la vite ci invita a osservare la sua testimonianza di vita a Montalcino.

Durante l'inverno, le viti entrano nella fase di inattività, un passaggio fondamentale nel ciclo della pianta, mentre si preparano per il periodo di crescita successivo.

Le foglie cadono completamente, lasciando le viti spoglie. È in questo momento che l'energia della pianta si concentra nelle radici e nel tronco.

 

 

Dónde comprar Brunello di Montalcino

Photo by: Alma Somm. - Novembre 2024.

Montalcino - (Toscana, Italia). 

Il clima di novembre a Montalcino è fresco e umido, con temperature che variano tra i 5°C e i 15°C. Queste condizioni permettono alla vite di mantenere le sue riserve di nutrienti e di recuperare dopo la vendemmia. Inoltre, i viticoltori sfruttano questo periodo per eseguire lavori di manutenzione nei vigneti, come la potatura invernale, essenziale per garantire una crescita sana in primavera.

Come non menzionare che Montalcino è famoso per il suo vino Brunello, la cui qualità è dovuta al suolo alluvionale, calcareo, argilloso e sassoso, così come alla sua altitudine, creando un terroir unico. 

Anche se l'offerta di cantine a Montalcino è infinita, ti consigliamo di provare i vini di questa cantina in particolare, della cui qualità possiamo garantire! ↓

Dónde comprar Brunello di Montalcino

Photo by: Alma Somm. - Novembre 2024. Montalcino - (Toscana, Italia). 

 

Nella Val d'Orcia, il microclima ideale contribuisce alla qualità dei vini. Impossibile non concentrarsi sul Brunello (Sangiovese Grosso), con la sua storia più dettagliata in questa sezione ↓

🌎Traversate del Brunello... Vecchio e Nuovo Mondo. QUI →

Il Brunello è un clone dell'uva Sangiovese Grosso coltivata a Montalcino. La sua origine risale al XIX secolo, quando il farmacista Clemente Santi sperimentò questa varietà di uva a Montalcino, cercando di creare un vino con una maggiore capacità di invecchiamento.

Nel 1888, suo nipote Ferruccio Biondi-Santi produsse il primo Brunello moderno. Oggi è un vino esclusivo di alta gamma, noto per la sua lenta maturazione e capacità di invecchiamento, ed è uno dei più pregiati e costosi d'Italia.

La sua etimologia deriva dalla parola italiana "bruno", che significa "marrone" o "scuro", in riferimento al colore intenso dell'uva Sangiovese Grosso, con cui questo vino è prodotto al 100%.

Sebbene il Brunello non possa essere prodotto al di fuori di Montalcino, il Sangiovese Grosso è arrivato nel Nuovo Mondo grazie agli immigrati italiani e si è diffuso in paesi come Stati Uniti, Argentina e Australia, dove si producono vini ispirati allo stile Brunello.

Questa varietà straordinaria ha trovato successo in diversi terroir, adattandosi a climi caldi. Vale la pena sottolineare che i vini prodotti al di fuori di Montalcino non possono essere chiamati Brunello, ma possono essere etichettati come Sangiovese.

Primavera

Que ver en la Toscana

Photos by: Alma Somm. -Maggio 2023.

Lucignano - (Toscana, Italia). 

La Magia della Vite guardando verso la Fortezza di Lucignano e la Val di Chiana

 

In attesa della pioggia e alle porte dell'estate, ci troviamo davanti alla vigna in verde! Un momento di infiorescenza, in cui si iniziano già a distinguere quelli che saranno i grappoli, con germogli ben separati. A Lucignano, come in gran parte della Toscana, questo è un momento cruciale nel ciclo di crescita. Durante questo periodo avverrà la fioritura, con la comparsa di piccoli fiori sui grappoli. È fondamentale prendersi cura di loro e monitorare l'intensità delle precipitazioni per garantirne la salute e favorire una buona impollinazione, essenziale per la formazione dei frutti e dei semi.

 

La viticoltura a Lucignano è stata una delle principali attività agricole grazie alla sua posizione nella Val di Chiana, con terreni fertili e un clima ideale per la coltivazione della vite. I vigneti locali producono uve eccezionali, utilizzate per creare vini dal forte carattere toscano.

Tra le varietà impiegate troviamo il Canaiolo Nero, che precede l'uso del Sangiovese nei vini Chianti. Lasciamoci quindi sorprendere dal Canaiolo ↓

🌎Traversate di Canaiolo... Vecchio e Nuovo Mondo. QUI→

L'uva Canaiolo (sia nera che bianca) è originaria della Toscana. La sua etimologia è interessante: secondo il Vocabolario Treccani, il suo nome deriva dalla parola italiana "cane", che significa cane, forse a causa del suo sapore, che in passato veniva considerato rustico o deciso, simile alla percezione di certi vini più robusti.

Un'altra ipotesi è che il termine provenga da un'antica espressione toscana riferita alla resistenza e capacità di adattamento dell'uva, caratteristiche che si associano anche ai cani.

Si distingue come Canaiolo Nero, per differenziarlo dalla sua variante bianca, il Canaiolo Bianco. Il Canaiolo Nero è stato fondamentale per il Chianti, poiché storicamente veniva utilizzato più del Sangiovese e serviva anche per ammorbidire i suoi tannini.

Tra le caratteristiche magiche di quest'uva, spicca la sua resistenza all'appassimento, che la rende ideale per la tecnica di vinificazione "Governo". Questo metodo consiste nell'essiccazione delle uve Canaiolo e Colorino per aggiungerle al vino giovane, aumentando così il grado alcolico e la morbidezza. Questo processo migliora la freschezza e la longevità del vino attraverso una seconda fermentazione.

Nella tecnica vengono impiegati sia il Canaiolo Nero che il Canaiolo Bianco. Quest'ultimo è stato usato anche per il Vin Santo, sebbene oggi sia una varietà piuttosto rara.

Il viaggio del Canaiolo verso il Nuovo Mondo è arrivato fino in Argentina e Uruguay, grazie agli immigrati italiani. Tuttavia, non ha ancora raggiunto la popolarità del Sangiovese. Anche se in Argentina è una varietà poco comune, alcuni produttori la coltivano a Mendoza e San Juan, dove l'altitudine elevata e i suoli franco-sabbiosi potrebbero favorire una migliore espressione dell'uva. L'Uruguay, invece, ha un clima più umido e suoli argillosi, fattori che potrebbero influenzare una maturazione diversa del Canaiolo.

Essendo un'uva tradizionalmente adattata ai suoli argillosi e calcarei della Toscana, la sua coltivazione in Argentina è meno diffusa e richiede adattamenti nella gestione del vigneto. In Italia, di solito viene utilizzata in blend con il Sangiovese, ma alcuni produttori argentini hanno esplorato la sua vinificazione come varietale, cercando di esprimere la sua identità nel terroir locale.

Attualmente, i viticoltori toscani stanno cercando di rilanciare il suo utilizzo nei vini di alta gamma. Le sue caratteristiche, tra cui morbidezza, resistenza all'appassimento e adattabilità, la rendono un'uva interessante per la viticoltura. 

Estate

Photo by: Alma Somm. -Giugno 2023.

Montepulciano - (Toscana, Italia).

La Magia della Vite tra le Farfalle a Montepulciano

All'inizio di questa fase vibrante, ci circondiamo di vigneti dalle foglie verdi e rigogliose, mentre loro sono avvolti da farfalle bianche (Pieris rapae). La loro bellezza è ammirevole, ma gli agronomi e gli enologi devono essere vigili, poiché alcune possono indicare la presenza di parassiti.

Sebbene queste farfalle non siano gli impollinatori primari, possono contribuire incidentalmente mentre cercano il nettare. In ogni caso, la loro presenza suggerisce un ecosistema equilibrato, oltre ad aggiungere bellezza e vita all'ambiente circostante.

Le viti stanno crescendo, preparando il terreno affinché le uve maturino. Il suolo di Montepulciano è prevalentemente argilloso e calcareo, offrendo un eccellente drenaggio e una buona capacità di trattenere i nutrienti. I vigneti situati sulle colline beneficiano di una combinazione ottimale di esposizione solare, escursione termica e suoli pliocenici (di cui parleremo più avanti). Tutto questo favorisce la maturazione lenta e la complessità del Sangiovese (Prugnolo Gentile), uva con cui si produce il rinomato Vino Nobile di Montepulciano, che ovviamente prenderemo ora come protagonista. ↓

 

🌎Traversate del Nobile... Vecchio e Nuovo Mondo. QUI→

L’etimologia di "Prugnolo Gentile" è legata alle sue bacche allungate, che ricordano le piccole prugne (da cui il nome italiano "prugna-prugnolo"), mentre il termine "Gentile" fa riferimento ai suoi tannini morbidi. Questa varietà è un biotipo specifico del "Sangiovese Grosso", mentre il "Sangiovese Piccolo" è una classificazione più generale ormai abbandonata nella viticoltura moderna.

 

Si dice che il "Sangiovese" fosse già presente in Toscana durante l’epoca romana e che i monaci benedettini ne abbiano perfezionato la coltivazione nei secoli. Il suo retaggio risale al Medioevo, con citazioni risalenti al 789, e nel XVI secolo fu descritto come un vino "perfettissimo" da "Sante Lancerio", il cantiniere di Papa Paolo III Farnese.

 

Il nome "Vino Nobile" apparve per la prima volta nei documenti ufficiali nel 1787, e nel 1980 ricevette la prestigiosa classificazione "DOCG". Fu chiamato "Nobile" come riflesso della sua distinzione tra la nobiltà, essendo apprezzato da figure storiche come Carlo V e Caterina de’ Medici.

 

La sua traversata verso il Nuovo Mondo avvenne nei secoli XIX e XX, con registrazioni di spedizioni in America già dal 1828. Nel XX secolo, si produssero vini ispirati al suo stile in terre come Argentina, Stati Uniti e Australia. Oggi, è venerato in tutto il mondo per la sua eleganza e capacità di invecchiamento.

 

 

Photo by: Alma Somm. -Giugno 2023.

Montepulciano - (Toscana, Italia).

La magia del Nobile ha ispirato grandi poeti, tra cui Francesco Redi, che celebrò il vino nella sua opera "Bacco in Toscana", immortalandone l’essenza nei versi ↓

Scopri il Nobile di Montepulciano nella poesia.🍷→

Francesco Redi, oltre a essere medico, fu anche poeta. Nella sua opera "Bacco in Toscana"(1685), celebrò il vino di Montepulciano con la celebre frase:

"Montepulciano d’ogni vino è Re", proclamando così che il vino di Montepulciano era il "re di tutti i vini". Con questa affermazione, Redi non solo manifestava la sua ammirazione per la qualità e la nobiltà di questo vino, ma lo collocava anche su un piedistallo, esaltandone l’eleganza e l’eccellenza.

Nella sua opera, Bacco, dio del vino, emette questo verdetto dopo aver degustato una vasta selezione di vini toscani, lasciando chiaramente intendere che Montepulciano si distingue come il migliore di tutti.

Va però chiarito che il nome "Vino Nobile di Montepulciano" fu registrato ufficialmente solo nel 1787 in un documento di Giovan Filippo Neri. Prima di allora, il vino era conosciuto semplicemente come *Rosso Scelto di Montepulciano. Dunque, quando Redi si riferì a esso, non portava ancora il nome Nobile di Montepulciano, il che evidenzia ancora di più il merito del Sangiovese! 

Photo by: Alma Somm. -Giugno 2023.

Montepulciano - (Toscana, Italia).

Autunno

Photo by: Alma Somm. -Novembre 2022.

Gracciano - (Toscana, Italia).

 

La Magia della Vite vestita di giallo

a Gracciano

Vicino a Montepulciano, troviamo i vigneti di Gracciano, con i loro terreni argillosi e il drenaggio naturale che evita l'eccesso d'acqua, favorendo lo sviluppo delle radici. Il suolo, il clima e l'altitudine creano vini unici in questa zona.
Come abbiamo già discusso in un'altra sezione su Montepulciano, il terroir e questi suoli calcareo-argillosi sono fondamentali per la qualità dei vini della regione.
Vivere l'autunno a Gracciano e sentire il freddo invita ad osservare la trasformazione delle temperature e dei colori nella vite. È magico poter assistere a questo spettacolo fino a quando le foglie si seccano e cadono, segnando l'arrivo dell'inverno.

Tra le varietà coltivate in questa zona si trovano le uve bianche come il Trebbiano Toscano e la Malvasia Bianca. Inoltre, predominano uve che sono in linea con la tradizione vitivinicola della Toscana, come il Sangiovese e il Canaiolo (di quest'ultima abbiamo parlato nella sezione dedicata a un'altra stagione). E se dobbiamo aggiungere un'altra varietà, è importante dire che a Gracciano si coltiva anche il Colorino, su cui vogliamo approfondire ora↓

🌎Traversate di Colorino… Vecchio e Nuovo Mondo. QUI →

Il Colorino è autoctono della Toscana. La sua origine risale alla domesticazione di viti selvatiche che crescevano spontaneamente nella regione. Si distingue per la sua buccia scura e la capacità di conferire colore (da qui il nome), che in piccole quantità si intensifica e aggiunge struttura ai vini rossi.


Nel corso della storia, questa varietà è stata utilizzata in blend con il Sangiovese, specialmente nella iconica regione del Chianti. Tuttavia, il suo ruolo è diminuito con l’arrivo di cloni migliorati di Sangiovese e varietà internazionali.

A Gracciano, questa varietà viene coltivata in piccole quantità per apportare struttura e sfumature vibranti ai vini autoctoni, sebbene alcuni produttori si avventurino nella magia delle vinificazioni individuali.


Oltre i confini italiani, la sua presenza è limitata rispetto ad altre varietà toscane. Tuttavia, è arrivata in regioni del Nuovo Mondo e ha trovato il suo spazio in California, in affascinanti blend, e in Argentina, dove viene utilizzata per intensificare sia il colore che la struttura. Si stanno inoltre esplorando i suoi pregi nelle regioni calde dell'Australia.

Nel Vecchio Mondo, oltre all'Italia, questa varietà si trova in Spagna, in alcune combinazioni.

La sua espansione è ancora un viaggio sperimentale, ma il Colorino continua a catturare l’interesse degli enologi in diverse terre.

 

Inverno

Photos by: Alma Somm. -Marzo 2024.

Selve di Sotto - (Toscana, Italia).

La Magia della Vite

avvolta dalla bruma invernale a Selve di Sotto

Vicino a Lucignano, osserviamo questi paesaggi in inverno… avvolti in un’atmosfera di foschia, le colline e i vigneti sono visivamente affascinanti, nonostante il freddo.
La nebbia offre diversi benefici alla vite: agisce come una protezione naturale, aiutando a moderare le temperature e riducendo il rischio di gelate. Inoltre, mantiene il terreno idratato durante i mesi freddi e, in definitiva, riflette la connessione tra il clima e il terroir. Tutto questo influisce sulla qualità del vino.

A Selve di Sotto si coltivano diverse uve per la vinificazione, sia autoctone che internazionali. Tra le varietà bianche non mancano Malvasia Bianca e Trebbiano Toscano. Per quanto riguarda le uve rosse, troviamo il Sangiovese. Inoltre, ci sono uve francesi come Cabernet Sauvignon, Merlot e Petit Verdot. Quest’ultima arricchisce le miscele con un colore profondo e un corpo strutturato. Naturalmente, merita di essere esplorata ↓

🌎Traversate di Petit Verdot… Vecchio e Nuovo Mondo. QUI →

La Petit Verdot è una varietà di uva rossa originaria della Francia e cresce con orgoglio nella regione di Bordeaux. Il suo nome si traduce come "piccola verde", in riferimento alla sua maturazione tardiva. Infatti, questa non riusciva a completarsi nel clima di Bordeaux.

Tradizionalmente, questa gemma vinicola è stata utilizzata in modeste proporzioni (in miscele con Cabernet Sauvignon e Merlot), apportando una gamma di colore, struttura e note speziate ai vini che nascono dalla sua essenza.

Nel suo viaggio tra Vecchio e Nuovo Mondo del vino, la Petit Verdot è arrivata in Italia principalmente grazie all’espansione della viticoltura e alla ricerca di varietà più adatte ai climi caldi. Così si è consolidata in regioni come Toscana, Sicilia e Lazio, dove la sua maturazione tardiva trova condizioni più favorevoli.

In Toscana, in particolare, ha dimostrato un grande potenziale. Come parte del Vecchio Mondo, questa uva ha guadagnato notorietà anche in Spagna (Ronda), con miscele e monovarietali dal 1991.

La sua espansione nel Nuovo Mondo è avvenuta a causa delle difficoltà di maturazione a Bordeaux. La Petit Verdot ha trovato un nuovo rifugio in terre dove il sole splende con maggiore generosità, permettendole di raggiungere la sua piena maturazione e offrire vini varietali di intensa personalità.

Così si è stabilita in diverse latitudini a partire dal XX secolo: per esempio, in California si distingue per la sua robustezza, a Mendoza (Argentina) produce vini con intensa concentrazione di colore e tannini. A McLaren Vale (Australia) è preferita per vini strutturati e longevi. Inoltre, in Cile e Uruguay viene integrata in rossi con grande potenziale di invecchiamento.

Oggi, la Petit Verdot è apprezzata per la sua intensità e complessità nei vini, con un’influenza crescente nel Nuovo Mondo.

Photos by: Alma Somm. -Marzo 2024.

Selve di Sotto (Toscana, Italia).

 

Primavera

Photo by: Alma Somm. -Novembre 2016.

Valle de Uco - (Mendoza, Argentina).

La Magia della Vite ai piedi delle 'Ande

 

All'interno di una cartolina della Valle de Uco, contempliamo i vigneti di Mendoza in primavera.
Come tutte le viti dell'emisfero australe, sperimenta un ciclo vegetativo opposto a quello dell'emisfero boreale.
Nella Valle de Uco, le condizioni climatiche primaverili sono ideali per lo sviluppo della vite. Le temperature iniziano a salire, ma le notti restano fresche, garantendo una buona ampiezza termica. In questo periodo, le gelate tardive a Mendoza rappresentano un rischio, così come le piogge accompagnate da grandine, che possono danneggiare i giovani germogli. È importante sottolineare che la regione si trova a un'altitudine compresa tra i 900 e i 1.500 metri sul livello del mare. Questo aiuta a mantenere un equilibrio perfetto nella vite, favorendo una crescita sana delle piante, nonostante i rischi climatici.

Oltre all'altitudine, la Valle de Uco, a Mendoza-Argentina, è famosa per la sua combinazione unica di suoli (alluvionali, calcarei e rocciosi). Questo la rende una zona di vini eccezionali, grazie al terroir unico che dà vita a vini di alta qualità e complessità. Tra le sue varietà coltivate, ci sono uve bianche e quelle rosse di origine francese come Cabernet, Merlot, Petit Verdot e, naturalmente, Malbec. Quest'ultima, il gioiello argentino, con una ricca concentrazione di colore e tannini. Come non indagare su di essa? ↓

🌎Traversate di Malbec… Vecchio e Nuovo Mondo. QUI →

La storia di questa affascinante uva ha inizio in Francia. La sua origine risale alla regione di Quercy, nel sud-ovest della Francia, dove era conosciuta come Côt o Auxerrois. Si dice che il suo nome attuale potrebbe rendere omaggio a un viticoltore ungherese chiamato Malbek, che avrebbe diffuso l'uva in Francia.

La sua evoluzione è stata segnata da migrazioni e adattamenti che l'hanno portata a diventare una delle uve più venerate nel mondo del vino. Soprattutto se parliamo della terra argentina, dove arrivò nel 1853 e divenne il simbolo indiscusso, grazie all'agronomo francese Michel Aimé Pouget.


Qui ha trovato condizioni ideali: altitudine, clima secco e suoli poveri, che hanno permesso a quest'uva di sviluppare un'espressione unica, con tannini setosi. La Valle de Uco è un vero tesoro a Mendoza, Argentina. È considerata una delle regioni vinicole più rinomate del paese, famosa per la sua altitudine e un clima ideale che favorisce la produzione di vini di qualità eccezionale.

L'espansione del Malbec in altri paesi del Nuovo Mondo è stata inevitabile. In Cile, Stati Uniti, Australia e Sudafrica, prospera in regioni con climi caldi e secchi. Quest'uva francese che ha trovato casa in Argentina ha ottenuto successo internazionale grazie alla sua capacità di adattamento e al suo affascinante profilo aromatico, con note di frutti rossi, prugne e spezie che deliziano i sensi.

Photos by: Alma Somm. -Novembre 2016.

Valle de Uco - (Mendoza, Argentina).

"La magia delle rose tra i vigneti"

Photos by: Alma Somm. -Novembre 2016.

Valle de Uco - (Mendoza, Argentina).

Scopri di più sulla storia del Malbec qui🔍

Etimologia: Per quanto riguarda le teorie sul suo nome, l'ampelografo Pierre Galet sostiene che il suo nome originario fosse "Côt", e che probabilmente sia nato nelle terre del nord della Borgogna.

Resistenza ed esistenza sulla mappa: Il Malbec, una varietà di grande importanza a Bordeaux, affrontò il suo destino nel 1956, quando una massiccia gelata distrusse gran parte dei vigneti. Questa sventura, sommata alla crisi della fillossera nel XIX secolo, fece sì che l'uva perdesse il suo protagonismo in Francia, mentre in Argentina emerse come la stella della viticoltura.

Il suo esilio: Il viticoltore Michel Aimé Pouget, artefice dell'arrivo del Malbec in Argentina nel XIX secolo, era un esiliato politico che lasciò la Francia dopo il colpo di stato di Napoleone III nel 1851. Il suo esilio lo condusse a Mendoza, dove introdusse la vite e trasformò la storia del vino argentino.

Le sue qualità medicinali: Nel XVII secolo, noto come il "vino nero degli zar", lo zar Pietro il Grande utilizzava il Malbec per curare un'ulcera gastrica, seguendo una ricetta medica. Sua figlia, Caterina, ne incoraggiò la coltivazione in Crimea, dove ancora oggi viene prodotto, guardando allo splendore del Mar Nero.

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Siamo convinti che il vino sarà sempre parte di uno spazio mentale e sensoriale, dove emergono creatività e autenticità. È proprio questa la nostra missione!  

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Cosa c'è dietro "Nuovo e Vecchio Mondo del Vino"

Onorare la vite significa mostrarla in tutta la sua essenza, considerando che è una viaggiatrice universale. Alma Somm "Nuovo e Vecchio Mondo del Vino" vuole rivelare la sua anima e il suo valore, dai dettagli più minuti alle sue incredibili trasformazioni.  

Come la vite, abbiamo attraversato emisferi, comprendendo l’adattabilità e la diversità del suo processo. Questo ci ha portato alla necessità di raccontare il panorama vitivinicolo in cui viviamo oggi, che non è altro che il "Nuovo e Vecchio Mondo del Vino".  

Approfondiamo il paesaggio vinicolo che ci circonda, mettendo in risalto le caratteristiche uniche di ogni stagione e di ogni suolo, analizzando i diversi ambienti e sfumature che il terroir ci offre. Vogliamo essere fedeli al contesto e alle particolarità che si manifestano davanti ai nostri occhi in ogni trasformazione del ciclo vegetativo.  

Sebbene non descriviamo il profilo di ogni vino, cerchiamo di esprimere ciò che la terra dona alla sua essenza. 

ESPERIENZA LA MAGIA DE LA VITE "Nuovo e vecchio mondo del vino"

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"Come la vita, la vite ci regala

    un'esperienza unica".    

"Ho conosciuto Alma Somm grazie al suo ultimo libro e mi è sembrato un marchio dal profilo molto autentico. Inoltre, ha un'iniziativa interessante sul vino, mettendo in risalto la naturalezza dei contenuti che condivide." Luciana 

 

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